Anton Zoran Mušič

1909 – 2005 Slovenia

Artista di riferimento

Anton Zoran Mušič nasce in una famiglia di lingua slovena in un villaggio vicino Gorizia, oggi territorio sloveno. Terminati gli studi all’Accademia dell’Arte di Zagabria nel 1934, comincia la sua carriera con lunghi viaggi, a Madrid, a Maribor, a Lubiana prima di stabilirsi a Trieste e a Venezia, dove sposa Ida Barbarigo Cadorin che considera per tutta la vita la sua unica musa ispiratrice. Nel novembre 1944, durante la seconda guerra mondiale, viene deportato a Dachau, dove riesce a ritrarre segretamente la vita del campo in circostanze estremamente difficili e pericolose. Dopo la liberazione, avvenuta nel 1945, fa ritorno a Venezia, dove vince il premio Gualino alla Biennale del 1950. Una nuova fase della sua pittura si evolve attorno alla rappresentazione dei paesaggi dalmati della sua gioventù. Negli anni cinquanta trascorre un certo periodo a lavorare a Parigi, studiando “l’astrazione lirica” francese, per fare poi ritorno al suo atelier veneziano. Una nuova serie di opere, databili tra il 1970 e il 1976, intitolata “Noi non siamo gli ultimi”, nelle quali l’artista trasforma il terrore e l’inferno della prigionia nel campo di concentramento di Dachau in documenti di una tragedia universale, ha enorme successo ed è certamente la più acclamata dalla critica. La produzione di Zoran Mušič è onorata in numerosissime esposizioni internazionali, e a tutt’oggi le sue opere sono conservate nei più importanti musei del mondo, principalmente in Italia, Slovenia, Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti.

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